Bisogna ordinarli, pagarli, distribuirli, riscuotere… In questa guida vediamo come gestire i buoni pasto nel modo più smart grazie alle soluzioni Soldo.
Al primo posto tra i benefit aziendali, i buoni pasto costituiscono ormai un elemento irrinunciabile per il welfare dei dipendenti. Esentasse, comodi da gestire e da erogare, i buoni pasto si possono ordinare, disporre e pagare in modi molto diversi. La scelta del tipo di buoni pasto da usare in azienda dipende molto dalle specifiche necessità dell’azienda, anche se quanto a vantaggi generali possiamo dire che i buoni elettronici siano decisamente più vantaggiosi. In questo articolo vedremo l’argomento nel dettaglio, scoprendo insieme perché Soldo è la soluzione di pagamento dei pasti aziendali ottimale, in quanto pensata espressamente per le aziende che vogliono semplificare la propria gestione delle spese aziendali.
Li chiamano in molti modi, buoni pasto, ticket per il ristorante, ticket pasto, ma la sostanza raramente cambia: si tratta di voucher dal valore predefinito, che i dipendenti di un’azienda possono utilizzare in determinati punti vendita convenzionati, oppure che accettano buoni pasto, per un massimo di 8 ticket pasto per ogni acquisto.
Le opzioni vantaggiose per le aziende sono molte. A seconda delle necessità dei propri dipendenti si può optare per:
Proprio il food delivery ha messo in discussione l’efficacia assoluta dello strumento del buono pasto: spesso chi consegna è una realtà piccola, in molti casi è un provider di servizi di delivery dietro cui lavora una ghost kitchen. Qualsiasi sia il caso, è raro che queste realtà si organizzino per accettare i buoni pasto dei dipendenti che magari si trovano a casa in smart working o in remote working.
Prima di capire quale tipologia di ticket pasto è più conveniente per la tua azienda, vediamo un’ultima gettonatissima soluzione: i ticket elettronici.
I ticket elettronici nascono per porre fine alle limitazioni del buono fisico. Infatti, con un buono pasto elettronico:
Riguardo all’ultimo punto, si tratta di un potenziale che il buono pasto elettronico avrebbe, ma che spesso non viene sfruttato, rimanendo quindi valido prevalentemente sulla carta.
Infatti, il buono pasto elettronico spesso viene usato alla stregua di un’immagine in digitale di un buono pasto fisico.
Il ticket elettronico è identificabile da un codice a barre (lineare o QR) oppure da un numero univoco, che ne garantiscono l’utilizzo singolo. Una volta che il dipendente ha scelto il cibo al supermercato convenzionato, oppure alla mensa o ristorante, andando in cassa presenta semplicemente il ticket pasto elettronico ricevuto dall’azienda.
A questo punto possono aprirsi due possibilità (che in realtà valgono sia per i buoni cartacei sia per gli elettronici):
Il contratto tra azienda e ristoratore può avere diverse declinazioni: si può ad esempio richiedere un servizio di pasti per un anno o più anni, oppure si può acquistare un pacchetto di buoni pasto che vengono ri-ordinati a nuove condizioni di vendita una volta esauriti (anche questo vale anche per i buoni cartacei).
È evidente che il ticket digitale funziona meglio del buono pasto cartaceo, ma non è ancora gestito alla perfezione. Basti considerare il fatto che spesso un dipendente tende a spendere l’intera quantità di denaro del buono pasto, anche se non ne ha la necessità, oppure a non utilizzare una quota di buono pasto.
Quante volte capita ad esempio di non volere il caffè dopo pranzo, anche se è compreso nel ticket mensa? Questo piccolo surplus costituisce comunque una spesa per l’azienda. Anche se nella fattispecie parliamo di un piccolo ammontare di denaro, quando si tratta di imprese grandi e di numeri consistenti, il problema assume tutta un’altra portata.
I buoni pasto sono considerati benefit aziendali (o meglio “fringe benefit”), e in quanto tali sono esentasse fino a un certo limite.
In particolare bisogna fare riferimento a tre soglie per il singolo buono pasto:
Non ci sono invece distinzioni per il tipo di contratto, dato che i buoni pasto possono essere corrisposti ai dipendenti assunti a tempo indeterminato, determinato, a progetto, ecc, a patto che si tratti di lavoro subordinato. Un aspetto importante è che il dipendente può ricevere buoni pasto anche se il suo orario di lavoro non prevede la pausa pranzo.
Si tratta di buoni non cedibili, né commercializzabili o convertibili in denaro e che sono utilizzabili solo dal titolare dei ticket pasto stessi.
Per capire se si ha diritto a un buono pasto è opportuno consultare prima di tutto il proprio contratto di lavoro, che dovrebbe contenere questa informazione. In secondo luogo, se non si trova menzione al buono pasto nel contratto di lavoro, si può consultare il Contratto Collettivo Nazionale di riferimento.
Per il resto, come già accennato, ogni lavoratore subordinato avrebbe diritto ai buoni pasto – se previsti.
Quando un buono pasto scade, spesso non è possibile recuperarlo. Un aspetto vantaggioso dei ticket elettronici è che la data di scadenza è consultabile in qualsiasi momento attraverso una comoda piattaforma online.
In generale è sempre consigliabile consultare il proprio CCNL e contratto, e soprattutto chiedere alla propria azienda che tipo di accordo ha con i fornitori di buoni pasto.
Anche se molto più pratici degli obsoleti buoni pasto cartacei, i buoni pasto elettronici conservano alcune criticità, ovvero:
La soluzione per fornire ai propri dipendenti i mezzi per pagare le proprie spese di vitto non è quella dei buoni pasto. Molto semplicemente, sono disponibili sul mercato delle alternative molto più smart, rapide da gestire e in grado di consentire una notevole automazione e di semplificare il lavoro della contabilità.
Soldo combina un pacchetto di carte di pagamento aziendali con un’app per le spese e integrazioni contabili. Una soluzione non bancaria ma di gestione spese, che consente di ricaricare la carta prepagata di ogni dipendente esattamente con l’importo necessario alla spesa.
Per le aziende che vogliono aggiungere il pranzo tra i benefit dei propri dipendenti, le soluzioni sono diverse: il buono pasto elettronico, senz’altro più pratico rispetto a quello cartaceo, è però una soluzione non sempre ottimale. Invece la combinazione tra le carte prepagate Soldo e la web console dedicata all’ufficio amministrazione permette tutti i vantaggi che possono avvantaggiare e sveltire la gestione delle spese all’interno di un’azienda. Non solo infatti le carte Soldo eliminano il rischio di smarrimento dei buoni pasto e il rischio di lasciarli scadere; la soluzione Soldo di carte prepagate consente anche la massima compatibilità, senza obbligo di rivolgersi solo a punti vendita convenzionati. Inizia con un piano Soldo gratuito!
Il limite nell’utilizzo di buoni pasto è fissato a otto per ogni acquisto di cibo, come previsto dall’articolo 144, comma V, del D.lgs. 60/2016. I buoni pasto non sono cedibili, quindi vanno utilizzati unicamente dal lavoratore al quale sono intestati, e in quanto fringe benefit sono esentasse per l’azienda ma anche per il dipendente.
I buoni pasto sono deducibili al 100% se rimangono entro la soglia dei 4 euro per i buoni pasto cartacei, e degli 8 euro per i ticket elettronici. Inoltre, l’IVA che vi viene applicata può essere portata interamente in detrazione, e ammonta al 4%.
I buoni pasto elettronici – comodamente utilizzabili al ristorante come ticket restaurant – prevedono una detraibilità completa dell’IVA, attualmente fissata al 4%.
Invece la deducibilità è al 100% della cifra, rispettando determinate soglie di spesa.
Perché spendere energie per l’erogazione di nuovi buoni pasto, per l’invio ai dipendenti e per tutta la capacità di gestione che ciò richiede? La soluzione proposta da Soldo consente di cambiare paradigma: non più la gestione di ogni singolo invio di buoni pasto, non più il rischio di perdere o lasciar scadere i ticket, non più la ricerca dei punti vendita convenzionati. Ordinando online gratuitamente il primo pacchetto di carte Soldo è possibile consegnare ai propri dipendenti una carta prepagata nominale, con la quale possano spendere fino al tetto massimo depositato sulla prepagata, e solo per determinate categorie merceologiche.