Dazi USA e impatti su Italia e Europa: dove siamo oggi

Il 2 aprile 2025, durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha annunciato una tornata di dazi sulle importazioni dall’Unione Europea definendo la giornata come il “Liberation Day”. Le tariffe includono una percentuale del 20% su tutti i beni provenienti dall’UE e del 25% su tutte le automobili importate, come parte di una strategia di “dazi reciproci” mirata a ridurre il deficit commerciale del mercato americano nei confronti dell’economia europea.

Tuttavia, a seguito di reazioni negative da parte dei mercati finanziari e delle preoccupazioni espresse da vari settori industriali, il presidente americano ha annunciato il 9 aprile 2025 una sospensione di 90 giorni dei dazi, mantenendo comunque una tariffa minima del 10% su tutte le importazioni, ad eccezione della Cina, per la quale le tariffe sono state aumentate al 104%. Questa decisione ha segnato un temporaneo dietrofront nella politica commerciale dell’amministrazione Trump, aprendo la strada a potenziali negoziati con i partner commerciali.

In risposta alla sospensione annunciata dagli Stati Uniti, l’Unione Europea ha deciso di sospendere per 90 giorni le contromisure tariffarie precedentemente pianificate, come dichiarato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, il 10 aprile 2025 . Questa mossa ha riacceso le speranze per una possibile risoluzione negoziata delle tensioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico.

Panoramica dei dazi statunitensi

Il provvedimento è stato motivato dalla necessità di contenere l’ampio squilibrio commerciale che caratterizza gli Stati Uniti nei confronti del resto del mondo. Stando ai dati diffusi dallo United States Census Bureau, nel 2024 gli Stati Uniti hanno registrato esportazioni di beni per un valore totale di 2.065 miliardi di dollari, a fronte di importazioni che hanno raggiunto i 3.267 miliardi. Ne risulta un disavanzo nella bilancia commerciale dei beni pari a 1.202 miliardi di dollari.

Analizzando i partner commerciali, i maggiori contributi al deficit provengono da quattro aree chiave: la Cina con un saldo negativo di 295 miliardi di dollari, l’Unione Europea con 236 miliardi, il Messico con 172 miliardi e il Vietnam con 123 miliardi. All’interno dell’UE, i principali Paesi verso i quali gli USA presentano un saldo commerciale sfavorevole sono l’Irlanda (87 miliardi), la Germania (85 miliardi) e l’Italia (44 miliardi).

Gli Stati Uniti applicano tariffe doganali su un’ampia gamma di beni provenienti dall’Europa, in particolare su prodotti industriali come acciaio, alluminio, tessuti, articoli in pelle, elettrodomestici, materiali plastici e manufatti in legno. Anche il settore agroalimentare è interessato: rientrano tra i prodotti colpiti carni bovine e avicole, pesce, frutta secca, uova, latticini, zucchero e ortaggi. A queste categorie si aggiungono le automobili e i componenti del settore automobilistico, anch’essi soggetti a imposizione tariffaria.

Del 5 Maggio la notizia dell’introduzione di dazi del 100% su tutti i film prodotti al di fuori degli Stati Uniti. L’iniziativa, comunicata attraverso la piattaforma Truth, mira a contrastare quella che definisce «una minaccia alla sicurezza nazionale» dovuta agli incentivi offerti da altri Paesi per attrarre produzioni cinematografiche.

Risposta dell’Unione Europea

In risposta ai dazi statunitensi, l’Unione Europea ha proposto l’introduzione di contromisure tariffarie su una serie di prodotti americani. Secondo un documento della Commissione Europea, queste contromisure prevedono dazi del 25% su prodotti come diamanti, uova, filo interdentale, salsicce e pollame. Alcuni di questi dazi sarebbero entrati in vigore il 16 maggio, data ora sospesa come anticipato, mentre altri, inclusi quelli su mandorle e soia, dovrebbero partire dal 1° dicembre . È interessante notare che prodotti come bourbon, vino e latticini sono stati rimossi dalla lista originale per evitare un’escalation delle tensioni commerciali.​

Implicazioni per le imprese italiane ed europee e il ruolo dei responsabili finanziari

Le tariffe imposte dagli Stati Uniti che dovrebbero cominciare a venire applicate alle esportazioni europee da luglio – a meno di nuovi cambiamenti – avrebbero diverse implicazioni per le imprese italiane ed europee:

  • Aumento dei costi di esportazione: I dazi del 20% rendono questa lunga lista di prodotti europei meno competitivi sul mercato statunitense, potenzialmente riducendo le vendite e i profitti.​
  • Riorganizzazione delle catene di approvvigionamento: Le aziende potrebbero dover cercare mercati alternativi o considerare la rilocalizzazione della produzione per evitare le tariffe.​
  • Incertezza economica: Le tensioni commerciali al libero scambio aumentano l’incertezza, rendendo difficile per le aziende pianificare investimenti futuri.​

In questo contesto, i responsabili finanziari devono monitorare attentamente l’impatto dei dazi sulle finanze aziendali e sviluppare strategie per mitigare i rischi. Parallelamente, i responsabili della trasformazione digitale possono esplorare soluzioni tecnologiche per aumentare l’efficienza operativa e ridurre i costi.​

Vantaggi delle soluzioni di gestione delle spese

L’implementazione di soluzioni avanzate di gestione delle spese può offrire numerosi vantaggi alle aziende in tempi di incertezza economica:​

  • Automazione dei processi: Riduzione del lavoro manuale e degli errori associati alla gestione tradizionale delle spese.​
  • Maggiore visibilità e controllo: Monitoraggio in tempo reale delle spese, facilitando decisioni finanziarie informate.​
  • Conformità alle politiche aziendali: Assicurazione che tutte le spese siano conformi alle linee guida interne, riducendo il rischio di frodi o spese non autorizzate.​
  • Integrazione con altri sistemi: Possibilità di integrare la gestione delle spese con altri software aziendali, migliorando l’efficienza complessiva.​
  • Analisi e reportistica avanzata: Accesso a dati dettagliati sulle spese, permettendo analisi approfondite e identificazione di aree di potenziale risparmio.​

Adottando tali soluzioni, le aziende possono non solo affrontare meglio le sfide poste dai nuovi dazi, ma anche migliorare l’efficienza operativa e la gestione finanziaria complessiva.​

Le recenti misure tariffarie introdotte dagli Stati Uniti rappresentano una sfida significativa per le imprese italiane ed europee. Tuttavia, attraverso una gestione finanziaria attenta, l’adozione di tecnologie innovative e l’implementazione di soluzioni efficaci di gestione delle spese, le aziende possono navigare meglio in questo ambiente complesso e continuare a prosperare.